Sono davvero “tempi interessanti”, come dicono i cinesi, per
indicare fasi storiche pessime, di confusione, di destabilizzazione, di
marasma. Domenico Lucano, autentico eroe del nostro tempo, trattato
come un criminale, scacciato dal paese che egli ha riportato alla vita, e
che ora dopo l’incredibile condanna da lui subita, ripiomba nel deserto
e nell’abbandono. Il suo persecutore Matteo Salvini, capo del governo
in pectore, che fa e disfa, si mostra in ogni circostanza della sua vita
privata e pubblica, con osceno piacere, e ostenta, arrogantemente, le
proprie inadeguatezze come altrettanti meriti. E la sua medaglia più
splendente è quel “Decreto Sicurezza” che, proprio alla rovescia della
sua intitolazione, genererà insicurezza, oltre ad aggravare i bilanci
dei Comuni, già tutti in situazioni economiche a rischio. I capi e
capetti del M5S, ormai avviati verso un destino di estinzione (i tempi
non sono immediati, ma la probabile fine è quella, fagocitati dalla
Lega, in larga parte, e il resto destinato a sparire in varie forze
politiche), ripetono slogan in maniera grottesca. Luigi Di Maio che
accusa i “sindaci ribelli” (quelli che Salvini chiama simpaticamente “traditori”) di fare campagna elettorale, non si può proprio sentire.
Dal canto loro i dirigenti del PD (Matteo Renzi in testa), che hanno la
maggiore responsabilità delle presenti condizioni del Paese, si
presentano ora come depositari della via d’uscita dalla crisi, da ogni
crisi, economica, sociale, politica. Mentre l’Unione Europea, quella UE
che nella narrazione corrente viene chiamata con inesatta e pomposa
retorica, “l’Europa”, l’Europa che non cessa di ricordare le proprie
origini umanistiche e illuministiche, un insieme di mezzo miliardo di
individui (tanti sono gli abitanti dei 27 Stati aderenti all’UE), non
riesce a trovare il modo e la volontà di accogliere, neppure in forma
temporanea, 49 disgraziati, compresi bimbi e donne incinte, che vagano
da giorni nei marosi a ridosso delle coste tanto vicine quanto ostili
(oggi uno di loro si è gettato in acqua, nella speranza di raggiungere
quella terra promessa, ed è stato recuperato dai marinai). Tutto ciò
mentre i rappresentanti dei diversi Stati e le autorità dell’Unione
oscillano tra un imbarazzato silenzio, con qualche generico tentativo di
chiamate di correo (come dei ragazzetti che litigano dopo la partita di
pallone, rinfacciandosi le responsabilità della sconfitta) e la
sfrontata esaltazione dei “porti chiusi”, contraria ad ogni diritto
internazionale.
Il contesto narrativo è la celebrazione delle “sante festività”,
un periodo in cui per volere del Mercato siamo tutti più buoni, più
accoglienti, più generosi, e soprattutto più propensi a spendere e
consumare. E siamo ancora sotto l’onda celebrativa dei 70 anni della
Dichiarazione dei diritti dell’uomo, approvata dalle Nazioni Unite il 10
dicembre 1948. L’Europa che leghisti e cinquestelle all’unisono
contestano dovrebbe essere questa, che non sa dare rifugio a una umanità
disperata, non, come invece capita, in questo mondo alla rovescia,
quella che apre le sue frontiere, la sola che ancora fa onore a Erasmo,
Tommaso Moro, Kant e Voltaire.

(Ph.© Eloisa d’Orsi, 2013)
L’articolo di Angelo d’Orsi è apparso su “AlgaNews” in data 4 gennaio 2019.