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UN GOVERNO DA BUTTARE

Va detto, e diciamolo. Questo governo fa schifo. Evitiamo i rimpianti del tempo che fu, ma davvero davanti al trio Salvini-Di Maio-Conte, c’è giorno dopo giorno da rabbrividire. Sono tre personaggi in cerca d’autore, autore che non potranno facilmente trovare, perché anche la fervida immaginazione di un Pirandello sarebbe in grave difficoltà.

Posto che il movimento 5 Stelle ha fallito clamorosamente alla sua “mission”, sconfitto dagli stessi postulati su cui aveva realizzato il suo rapidissimo successo: ora quelle promesse, quelle minacce, quegli impegni sono stati tutti disattesi o addirittura rovesciati. Un movimento che inneggiava all’onestà, in combutta col partito della scopa e del cappio (ricordiamo le performances dei leghisti in Parlamento?!), ora ci appare contaminato dagli stessi vizi delle forze politiche contro cui ha blaterato per anni. Un partito che della trasparenza ha fatto la sua bandiera, si è capito che opera nell’ombra di una pseudodemocrazia, gestita in modo imperscrutabile attraverso il web, a sua volta gestito dalla Casaleggio e associati. E guai a chi sgarra: pronta la gogna, le minacce, l’espulsione. Mentre mr. Beppe fa conferenze senza la stampa, che viene gratificata di epiteti degni di quella bocca (il signor “Vaffanculo” ha fatto carriera, non v’è che dire). E in effetti tra le misure di questo governo inqualificabile spiccano le misure contro la stampa, quella minore bisognosa di aiuto. Ma, stranamente, Radio Padania viene gratificata di alcuni milioni…

Non si può non notare, in parallelo alla criminalizzazione delle ONG, che salvano vite umane nel Mediterraneo, l’accanimento fiscale contro le associazioni del Terzo Settore (non ritirate, ma ornate di una promessa a rimediare in futuro…). E vogliamo parlare delle misure “qualificanti” della legge di Bilancio?  La presa in giro del reddito di cittadinanza, per esempio, che dovrebbe essere erogato non si sa ancora bene come, a chi, e in quale misura, e con quali procedure. Per tacere della “quota 100” cara ai leghisti che hanno giurato e spergiurato di abolire la legge Fornero “il giorno dopo” l’eventuale vittoria elettorale. Quota 100 è un’altra presa in giro, che finisce per penalizzare non pochi cittadini, mentre si colpiscono comunque le pensioni medie – si asserisce – per finanziare le pensioni basse… La prima misura è certa, la seconda è incerta…

In generale questo è un sodalizio di sbruffoni, nato in modo anomalo dopo tre-mesi-tre di ridicole chiacchiere, non con un’alleanza politica, bensì con un bislacco “contratto di governo” che ha tirato fuori dal cilindro il coniglio Giuseppe Conte, “avvocato del popolo”, quello che ha truccato il suo cv, e che firma misure politico-economiche in cui fa capolino l’interesse personale. Questo governo che ha urlato ai quattro venti che la manovra finanziaria “per la prima volta è stata scritta in Italia” , mentre, dopo tanti proclami i suoi emissari incaricati della trattativa, hanno messo la coda tra le gambe davanti ai “burocrati di Bruxelles”, accettandone tutti i dettami, con quella buffonata finale di scendere invece che dal 2,4% di sforamento al 2,04… Un segno eccelso di dove possa condurre la propaganda: quel 4 dopo lo 0, secondo il brains trust al governo, dovrebbe consentire di affermare: “Non abbiamo subito i diktat della UE!”. E la speranza inconfessata di confondere gli elettori con quella virgola prima del 4…

Destino dell’Italia è dunque di essere sempre immersa nel loto del ridicolo? Da Berlusconi a Renzi a Conte-Di Maio-Salvini? Possibile che non ci meritiamo altro? Possibile che l’elettorato nazionale si lasci sempre subornare dai cialtroni?

Già, Di Maio. Il secondo vice presidente del Consiglio (dove si è visto mai una coppia di vicepresidenti?! Ma se nella Costituzione si parla di un presidente del Consiglio che coordina le attività di governo, perché dobbiamo inventarci la carica di vice? E poi raddoppiarla?! ), Di Maio che, nel suo italiano incerto ma creativo, giovanotto ilare, lo sbirro buono accanto allo sbirro cattivo Salvini, non smette di disegnare un mondo immaginario, dove la povertà è stata sconfitta, e i posti di lavoro cadono dagli alberi bell’e pronti… E costui è il nuovo uomo della provvidenza? Almeno per quanto riguarda il lavoro, mentre il suo sodale lo sarebbe per la “sicurezza”!? Lo abbiamo sentito, il Salvini, lo abbiamo letto, nelle sue innumerevoli performance sui social, in cui ormai appare la caricatura di se stesso? Un ministro della Repubblica, il responsabile della Sicurezza pubblica che travestito da poliziotto, vigile, pompiere, carabiniere, guardia di custodia, guardia di finanza, mette becco dappertutto, straparlando, da quell’incompetente incontinente che è? Come si può accettare che il titolare del dicastero degli Interni scriva frasi da bar dello Sport di periferia in relazione all’arresto di un latitante: “Deve marcire in galera”? E l’ignobile pagliacciata di recarsi all’aeroporto ad attendere il volo dalla Bolivia che recava in patria il latitante suaccennato? Lui e il suo sodale messo alla Giustizia, addirittura! Un latitante che doveva essere il “regalo” del suo nuovo amichetto brasiliano Bolsonaro, e invece giunge dal boliviano Evo Morales, che di Bolsonaro appare l’antitesi…

Ma nessuno ha spiegato a Salvini che cosa dovrebbe fare? Con i terremotati e gli alluvionati di varie regioni italiane che aspettano che si faccia qualcosa per loro? Con la polizia che lamenta di non avere i fondi per il carburante per le auto? Con tutte le città d’Italia che hanno zone franche in cui le forze dell’ordine non osano entrare? E sono zone controllate spesso da italiani, mafiosi, ndranghetisti, e membri della Sacra Corona pugliese, o da gang locali, tanto per precisare, anche se in combutta non di rado con mafie cinesi, nigeriane, albanesi…

Gli extracomunitari, i migranti, quelli che vengono a fuori a rubarci il lavoro, a violentare le nostre donne, a rapinare, e così via: ecco la  narrazione quotidiana di questa destra becera, che nulla sa di storia né di geografia, nulla di demografia né di economia, e così via. Una destra a cui, continuando a ripetere che la distinzione destra/sinistra è finita, i Cinquestelle si sono accodati, e anzi accomodati benissimo, pur con qualche brontolio di frange minoritarie. Di Maio e la sua pattuglia al governo e in Parlamento hanno accettato alla fine senza colpo ferire l’infame “Decreto Sicurezza” che è un vero obbrobrio, che non solo non aumenterà la sicurezza dei cittadini, ma creerà enormi problemi nelle città, scaricando sulle amministrazioni locali – comunali e regionali – costi e difficoltà, e getterà per strade decine di migliaia di persone, incattivendole. L’annunciata legge sulla “Legittima difesa” completerà il quadro di un paese allo sbando, dominato dalla paura. E Salvini è precisamente il ministro della paura, che genera incertezza, timori, ansie, per poi presentarsi come lo sceriffo-giustiziere che restituirà, tra un barattolo di Nutella e un piatto di cozze, lieta spensieratezza alla “gente”.

Ebbene, quella “gente”, quel “popolo” nel cui nome costoro parlano quotidianamente li vota, forse proprio perché ne sono lo specchio fedele, forse persino troppo fedele: una rappresentazione iperrealistica di quelle pulsioni elementari, di quella paure oscure, e soprattutto di quella ignoranza immane. A cominciare dall’ossessione dei migranti. Ecco, se pure avesse fatto “qualcosa di buono”, come si ostinano a ripetere i sostenitori “da sinistra” dell’Esecutivo, la inumana barbarie con cui il governo (non solo Salvini, essendo assolutamente i suoi colleghi complici, anche con la risibile presa di distanza di Conte dopo oltre due settimane, o le blaterazioni di Fico) ha “risolto” i casi Diciotti, e le ultime vicende delle navi Sea Watch e Sea Eye, ecco, basterebbe questo, basterebbe il mantra “I porti italiani sono chiusi”, altra esternazione che rivela incompetenza istituzionale, a farmi scrivere, e ribadire, che questo governo fa schifo.

Apparso il 14 gennaio 2019, sul quotidiano on line “AlgaNews”. Nell’immagine la foto di rito della compagine governativa al giuramento presso il Presidente della Repubblica, il 18 novembre 2018.