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Ricchi e poveri, aspettando l’Apocalisse

L’anno si chiude con una bella notizia: almeno per 500 persone, i più ricchi del mondo, hanno accresciuto i loro redditi del 23% in media. Guida la classifica il padrone di Amazon (uso la parola non a caso, considerando le forme di sfruttamento e oppressione nella sua azienda), Jeff Bezos. Il suo patrimonio quest’anno sale a circa 100 miliardi di dollari. Non male. Nello stesso tempo, ci tocca ricordare che poco meno di un miliardo di esseri umani vive con un reddito inferiore ai due dollari al giorno: condizione considerata, dagli studiosi, di “povertà estrema”.

Costoro lungo i dodici mesi del 2017, come nell’anno precedente, e così via, andando a ritroso negli ultimi dieci anni, almeno, hanno visto decrescere il loro già misero reddito, peggiorare la qualità della loro esistenza, e diminuire la stessa attesa di vita. Sempre secondo dati certificati almeno 800 milioni di persone soffrono la fame, ossia vanno a dormire con lo stomaco che reclama cibo, e si svegliano con i crampi tipici dello stomaco vuoto.

Ma nel resto dell’umanità, le persone considerate nella zona di “povertà relativa”, sono oltre un miliardo. Nel totale, insomma, i poveri non sono lontani dalla cifra di 2,5 miliardi. Il resto del mondo se la cava, più o meno, ricordando che tra costoro vi sono tanti e tante che faticano pesantemente ad agguantare uno stipendio, o avendolo, ad arrivare a fine mese, perché anche se e quando guadagnano 1000-1500 euro al mese, non riescono a reggere il peso di un carovita intollerabile.

In altri termini, nel mondo le disuguaglianze sono in crescita vertiginosa, e di questo passo, tutta l’umanità sarà divisa in tre settori: un’isola di gente che in qualche modo se la cava, con un’aristocrazia di super-ricchi; al di fuori dell’isola un mare di indigenti, che per ora si limita a testimoniare il suo scontento, in modo anche rude o violento, ma sporadico, e casuale; ma se si organizzasse e si unisse per i Bezos & Co, le cose si metteranno malissimo. Ma quel giorno le cose non sarebbero liete neppure per gli altri, quelli che sono al riparo nell’isola. Quando il mare si ingrosserà e diventerà tempestoso, sommergerà l’isola, e i marosi non distingueranno i buoni dai cattivi.

Le disuguaglianze generate dal capitalismo e implementate anno dopo anno dal “finanzcapitalismo”, produrranno la nuova Apocalisse. Allora qualcuno ripeterà la frase di Giovanni Evangelista: “è venuto il grande giorno della loro ira, e chi può resistervi?”

(Immagine dalla Rete)